Apetti della vita (per così dire) sociale del club negli anni Ottanta

(di Carlo Dotto)

Mi chiamo Carlo Dotto, sono uno dei campesi cresciuti negli anni ottanta a pane, vela e "manate sul topezzo" da Ezio. Già, Ezio. Perchè non puoi parlare del club senza nominare Ezio, come hanno hanno già fatto i miei amici e compagni di "disavventure". Così burbero e così buono, con lo stecchino in bocca arrivava dalla piazza e tu già cercavi di capire se era il caso di chiedere "le vele nove" per armare il Gongolo, l'ammiraglia della flotta... Spero che dentro quella cassa di legno non certo pregiato come quello dei bastimenti che governavi ti abbiano messo il guanto di pelle con il premi ago (che non so come si chiama), il filo e il panetto di sevo, perchè chissà quante vele devi ancora rammendare lassù..... E i corsi di vela? A ricordarsele tutte...C'era una scala gerarchica da seguire. Prima eri un aiuto istruttore, poi finalmente diventavi Istruttore. Il potere assoluto! Oggi si direbbe che non era politically correct, ma l'uomo boa era una specie di rito d'iniziazione al quale non potevi sottrarti. Quando il gommone era all'ancora per seguire le barche del corso e si presentava un'emergenza la cosa più veloce da fare per partire subito era mettere due o tre salvagenti addosso al "malcapitato" e legargli la cima dell'ancora al polso trasformandolo così in boa umana! E le punizioni corporali inflitte da Piero Pertici? Tranquilli, nulla di cruento. Solo delle mollette da bucato applicate in varie parti del viso...Si rideva in quegli anni, si rideva tanto. E la cosa coinvolgeva anche gli alunni, che ancora oggi dopo vent'anni mi fermano dicendo "ti ricordi la guerra a fette d'anguria" o gli assalti a bordo da parte degli "uomini rana?" Perchè non scriviamo a turno degli episodi accaduti in quegli anni? Non ci costerà fatica, credetemi. Sarà un modo per sorridere ancora una volta dopo tanti anni... Inizio io, sperando che la cosa abbia un seguito... Un giorno a fine corso decidemmo di andare a "scaricare" un albero di albicocche che si trovava dietro la spiaggia di Galenzana. L'equipaggio del gommone era composto da me e da una banda di disutili in funzione di aiuto istruttori quali Tonino Munno, Ruggero Lipani, Marco Landi, il Baldacci, il Danesi, il Guidetti e qualcun'altro che non ricordo. Arrivati sul posto con una scusa ritorno sul gommone e parto a tutta velocità verso il Club del Mare lasciandogli due possibilità: Tornare a piedi (scalzi) via terra o a nuoto attraversando fra l'altro il tubo di scarico dei liquami che allora (come oggi, sigh ) sversava fuori dalla diga. Arrivato a terra stavo raccontando a Ezio l'accaduto quando durante la sua partaccia stemperata da un malcelato sorriso sardonico, vedo tutta la banda che faceva capolino dalle barche ormeggiate muovendosi di soppiatto come incursori! Ho avuto appena il tempo di scappare con la macchina e di nasconderla (per due giorni) per evitare le ovvie rappresaglie. Il bello è che un paio di giorni prima, innervosito dall'ennesima ditata su un corpomorto sotterrato male, lo dissotterravo scagliandolo a largo accompagato da diversi moccoli. Il corpomorto era del povero Ricci, Dio lo abbia in gloria. E sempre il Ricci caricò a bordo i ragazzi per riportarli a terra. Quindi, quando lui sorridendo il giorno dopo mi chiese "allora sei stato tu, eh vigliacco!" io credendo che mi parlasse dell'ormeggio e non del passaggio di ritorno ai ragazzi risposi candidamente "abbiate pazienza, ho esagerato, ma su quel corpomorto ci ho sbattuto le dita due o tre volte...." . Non avevo ancora finito di parlare che il volto di Ricci passò dal candido al rosso vivo, cominciò ad urlare come un ossesso e accortomi della gaffe fatta dovetti darmela a gambe levate! Seguirono due giorni di latitanza dal club, con Ezio che quando mi vedeva sorrideva e con la mano a taglio mi faceva il gesto del "quando ti piglia lo vedi"!

Spero di non essermi dilungato troppo e di avervi fatto sorridere. Spero anche di leggere presto qualche altro racconto dei ragazzi del club, per ricordarci insieme quante ne abbiamo conbinate....
Un saluto a tutti,

Carlo Dotto 

 

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